La rilegatrice di libri proibiti

by

di antoniolamalfa

La rilegatrice di libri proibiti è una specie di matrioska: è un libro che parla di libri, e nella storia si intrecciano continuamente i fili delle storie dei libri da rilegare, quelle che noi assumiamo per fittizie, con la storia della protagonista, che noi assumiamo come reale.
La storia della protagonista si lega, a sua volta, alle storie determinate dal periodo storico in cui ci troviamo: la immensa e squallida periferia di Londra del diciannovesimo secolo, la guerra di secessione americana e i conflitti razziali, l’ipocrisia imperante che dilaga soprattutto tra le classi agiate.
Via via che sono andato avanti nella lettura del libro, mi sono affezionato alla protagonista, inizialmente soffocata da un marito pedante e autoritario, dalla sua condizione di donna, dal pesante fardello della povertà, impaurita dalla malattia di sua figlia, resa insicura dalla precarietà della vita in un sobborgo londinese nel 1859.
Pian piano Dora, la protagonista, emerge grazie ad una nuova condizione lavorativa, alla lettura – che non può prescindere dal suo lavoro – di libri proibiti che la scandalizzano, la turbano e la incuriosiscono allo stesso tempo, al miglioramento delle sue condizioni economiche, ad un amore bandito dalle convenzioni del tempo.
Grazie a sé stessa, infine.

Pare di assistere ad un alleggerimento progressivo, e al disvelamento – come fosse, all’inizio del libro una mummia che viene “sfasciata” tirando un capo delle bende e girandole intorno, fino a denudarla totalmente – di una personalità potente e gioiosa.
A pagina 129 si legge: “…Il pudore era come un velo che noi donne per bene non smettevamo mai…”, mentre a pagina 388: “…Imparai che il piacere non era solo quell’esplosione finale, bensì un fluido che mi sommergeva pian piano durante tutto l’amplesso, fasciandomi le cosce, l’ombelico, i seni, come una lucente ragnatela d’amore.” La qualità del “velo” si è liquefatta e tramutata, in 260 pagine, in un “fluido”, e senza alcun salto incomprensibile, anzi, con una progressione a piccoli passi che alla fine si tramuterà in una chiamata irresistibile.
Il libro assume forma di diario, la voce narrante è in prima prima persona, ed è scritto da Dora su un volume di pagine bianche rilegato in modo imperfetto, destinato ad essere scartato. E’ la prima rilegatura di Dora, è la pagina di vita di Dora, che sarà riempita e scritta in modo imperfetto, come qualsiasi vita lo è, man mano che passa da “potenza” ad “atto”.
Alla fine del diario, un’ulteriore operazione di “libro nel libro” che spiazza il lettore: a prendere la parola in prima persona sarà la figlia della protagonista.

La rilegatrice di libri proibiti, Belinda Starling, editore Neri Pozza.

Da antoniolamalfa è tutto.
Statemi bene

2 Risposte to “La rilegatrice di libri proibiti”

  1. somniumhannibalis Says:

    Sono irresistibilmente attratta da tutto quello che sa – anche da lontano – di metaletteratura. Considerando poi la mia anglomania incurabile, non so come ho fatto a lasciarmi sfuggire questo libro… bisognerà correre ai ripari! Grazie per la segnalazione.

    Chiara

  2. Toni La Malfa Says:

    Se poi, una volta letto, ti venisse voglia di scrivere un commento sul libro, mi farebbe molto piacere. Grazie per essere passata di qui.

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